Dintorni

L’Ostello Villa Redenta si trova a pochi km dal centro di Spoleto, la splendida città del Festival dei 2 Mondi, cantata nei versi di tanti poeti, dove perdersi nei suoi mille vicoli dagli scorci sorprendenti, dove arte, storia, cultura si mescolano per creare uno dei siti medievali più belli d’Italia.

Rocca Albornoziana

rocca2Posta sulla sommità del colle S. Elia, i lavori per la sua costruzione risalgono al 1359; un documento datato 1362 nomina Matteo Gattaponi direttore dei lavori; nel 1370 la gigantesca opera non era ancora compiuta.
Per secoli, fino al Cinquecento, è stata teatro degli avvenimenti più importanti della città e ha ospitato i visitatori più illustri, tra i quali vari Papi, come Nicolò V, Pio II, Sisto IV, e cardinali come Giovanni de’ Medici; altra figura importante è quella di Lucrezia Borgia, mandata qui dal padre, il Papa Alessandro VI, per allontanarla dal futuro marito Alfonso d’Aragona. Dopo il Cinquecento la vita della Rocca cala di tono, fino alla sua trasformazione in carcere preventivo.

Oggi, recuperata e restaurata, da sola vale il biglietto per un viaggio a Spoleto

Ponte delle Torri

PonteImponente costruzione che congiunge il colle S. Elia al Monteluco, appartiene quasi per intero ai secoli XIII e XIV; il suo innalzamento è incluso nel quadro delle iniziative edilizie intraprese dal Cardinale Albornoz nel 1353 e da lui affidate, in gran parte, all’architetto Matteo Gattaponi.Non vi è dubbio che il ponte traesse origine dalla necessità di condurre l’acqua in città; nel suo insieme, appare opera tardo medievale, e probabilmente esiste uno stacco temporale tra la parte orientale (quella verso Monteluco) ed il resto; i basamenti dei due piloni nel mezzo alludono ad un’opera precedente, sulla quale il ponte è venuto innalzandosi ad opera dell’Albornoz.Vigilato alle estremità da due fortezze, la Rocca ed il Fortilizio dei Mulini, vanta misure eccezionali: la lunghezza supera i 230 metri, l’altezza i 76; i piloni sono 9, collegati da arcate ogivali, tutte con misure non costanti. Prima di percorrere il canale, sopra il ponte, l’acqua si riversava in serbatoi adattati nel Fortilizio, dando impulso ad un mulino attivo fino al secolo scorso

Piazza Duomo

duomo_spoleto16Risultante da una spianata artificiale ricavata nel versante settentrionale del colle S. Elia, la piazza era già esistente in epoca romana, ma ha assunto l’aspetto attuale tra il XII ed il XVI secolo, quando all’antica soluzione urbanistica si è unita l’operosità costruttiva dei secoli dal Romanico al Rinascimento, per creare uno dei più bei luoghi d’Italia.Il succedersi di tanti stili non ha prodotto un risultato caotico: al contrario, la severità del campanile, l’esuberanza decorativa della fronte e l’aulico porticato della Cattedrale di S.Maria Assunta si compensano e bilanciano reciprocamente, raggiungendo una superiore unità, ed il visitatore che accede alla piazza scendendo da Via dell’Arringo si accorge di come questo luogo, di non grandissime dimensioni, muti di carattere e tono ad ogni passo.Davvero splendida la cornice che la piazza offre a luglio, quando diventa sede degli spettacoli del Festival dei Due Mondi, in particolare in occasione del concerto di chiusura.

Casa Romana

casa-romana-spoletoScavata da un archeologo spoletino tra il 1885 ed il 1914, si trova proprio sotto il Municipio della città.La proprietà fu attribuita a Vespasia Polla, madre dell’imperatore Vespasiano; la posizione ben visibile dal centro della città fa comunque intuire che appartenesse ad un personaggio molto in vista e di indubbie possibilità economiche.L’edificio è stato oggetto di un radicale restauro nel corso dell’ultimo decennio, che ha interessato i mosaici pavimentali e gran parte del materiale mobile proveniente dagli scavi dell’inizio del secolo ventesimo; il lavoro di sistemazione procede per gradi, grazie ad una costante colaborazione tra il Comune di Spoleto e la Soprintendenza Archeologica per l’Umbria.

Piazza del Mercato

fonte-piazza-del-mercato2Nell’età romana, e fino al secolo scorso, è stato il luogo più animato della città, dove si svolgevano gli avvenimenti pubblici, cerimonie ed assemblee più importanti.In epoca romana qui sorgeva il foro, che certamente occupava uno spazio maggiore dell’attuale piazza; caduti gli antichi edifici, essa è stata invasa da costruzioni medievali ed ha perso la sua forma rettangolare, poi in parte recuperata negli anni successivi.Chiamata nel medioevo “Piazza de Foro” e poi “Piazza Maggiore”, è stata in seguito destinata al mercato pubblico, suo principale motivo d’animazione, che ogni venerdì riempiva la piazza di merci e colori.

Teatro Romano

teatro-romano2Costruito nel I sec. d. C., il Teatro Romano è stato lentamente ricoperto, nel tempo, dal terreno e da costruzioni posteriori.Gli scrittori locali, fino all’800, attribuirono i pochi resti ancora visibili ad un edificio termale; fu nel 1891 che venne alla luce un disegno di Baldassarre Peruzzi risalente al XVI secolo, che ne rilevava una pianta approssimativa; ciò permise la sua riscoperta ed identificazione.Altre ricerche furono intraprese nel 1938, ma subito interrotte a causa della guerra; il restauro sistematico è iniziato nel 1954 ed oggi, con l’adiacente Museo Archeologico, il Teatro Romano è uno dei siti di maggiore interesse culturale della città, nonchè sede di numerosi spettacoli danzanti del Festival dei Due Mondi.

Arco di Druso e Germanico

arco-di-druso2Il massiccio arco di Druso e Germanico, risalente al I secolo d. C., è ancora in parte interrato e nascosto entro le case poste sul lato destro della strada (via dell’Arco di Druso).È costituito da grandi blocchi squadrati di pietra; dall’iscrizione sulla fronte, si ricava che fu eretto per iniziativa del Senato spoletino in onore dei principi Druso e Germanico, rispettivamente figlio e figlio adottivo dell’imperatore Tiberio; esso rappresentava un ingresso monumentale a chi, provenendo da Roma, oltrepassato l’arco di Monterone entrava in città.Soffocato dalle case circostanti, nei secoli del medioevo stava per essere demolito; nel 1955 si è invece provveduto a liberare quanto restava del pilone orientale fino all’originario piano di posa, in occasione.

Via di Fonte Secca

Percorrendo la centrale Via dei Duchi, da Piazza del Mercato verso il Duomo, a metà strada si incrocia via di Fontesecca, che scende verso Piazza Pianciani.

Deve il nome ad una fontana che si trovava lungo la via; è una delle stradine più caratteristiche della città, con alcune superfici murarie delle vecchie case medievali in parte ancora superstiti, alternate e compenetrate con tipici negozietti di artigianato, enoteche, birrerie, “controllate” dalle tante finestre che affacciano sulla via dai locali sovrastanti.

Chiesa di San Pietro

san-pietro2Al di là della statale Flaminia, guardando verso il Monteluco, si scorge la ripida scalinata seicentesca, oltre la quale troneggia la chiesa di San Pietro, il cui piazzale offre suggestive vedute della città, con la Rocca ed il Ponte in primissimo piano.Nei pressi della chiesa (tarda età romanica, sec. XII-XIII) si estendeva una vasta necropoli arcaica; sono stati rinvenuti anche resti di alcune fabbriche che sorgevano in questo luogo, mentre i resti di un grande sepolcro sopravvivono a nord-est della chiesa, presso la chiesetta di San Silvestro.Nel 419 qui furono accolte le reliquie delle catene di San Pietro; da allora, divenne il luogo prediletto di sepoltura dei vescovi locali, come attestato dal ritrovamento di antichi sarcofagi; probabilmente fu la prima cattedrale di Spoleto.

Galleria d'Arte Moderna

palazzo-collicolaInaugurata nell’anno 2000 presso il nobile Palazzo Collicola, proprio come inizialmente progettata come sua sede ideale da Giovanni Carandente, Costantino Dardi, Bruno Mantura e Bruno Toscano negli anni ’80, la Galleria Civica d’Arte Moderna di Spoleto è costituita da tre nuclei principali: le opere acquisite attraverso il Premio Spoleto, che si svolse dal 1953 al 1968 con lo scopo di formare la Galleria Civica;
– la Sezione Leoncillo Leonardi dedicata all’opera del grande scultore spoletino, al quale sono riservate quattro sale;
– la Collezione Giovanni Carandente, oltre 20.000 volumi, donata alla città dall’illustre critico e storico dell’arte.
– Al piano terra si trovano opere di giovani artisti umbri, mentre al piano superiore le sale sono suddivise per settori di ricerca artistica degli autori contemporanei; qui si trova anche il bozzetto originale del ‘Teodolapio’, la scultura di Alexander Calder collocata dal 1962 sulla piazza antistante la stazione ferroviaria.